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Natale Cutrupi (1937-2024) rappresenta una figura di spicco nel panorama culturale di Reggio Calabria. Architetto di professione, la sua passione per la storia e le tradizioni locali lo ha portato a diventare un prolifico poeta, scrittore e saggista, nonché un attento collezionista. La sua opera si configura come un prezioso contributo alla conservazione della memoria storica e linguistica della Calabria meridionale.
Durante la propria vita ha saputo coniugare la sua attività professionale di architetto con un’intensa produzione culturale. La sua conoscenza del territorio e la sua sensibilità artistica si sono fuse in una narrazione che spazia dalla poesia in vernacolo alla saggistica storica. La sua produzione letteraria è caratterizzata da un profondo amore per la sua terra e da un’attenzione particolare alla salvaguardia delle tradizioni popolari.

Il poeta del vernacolo
La poesia in vernacolo rappresenta una parte significativa dell’opera di Cutrupi. Attraverso i suoi versi, ha saputo catturare l’essenza dell’anima popolare reggina, restituendo immagini vivide e suggestive di un mondo in trasformazione. La sua poesia è un omaggio alla lingua dialettale, considerata un patrimonio da preservare e tramandare alle future generazioni.

Da “I me’ sonetti” ecco “Veni ‘ntà ll’Asprumunti”

 

Gilda Trisolini (1924-1996) è nata a Reggio Calabria. Laureatesi, giovanissima, prima in Lettere e poi in Filosofia, ha insegnato per quarantacinque anni al Liceo Classico Tommaso Campanella di Reggio Calabria.
Gilda Trisolini emerge come una figura cardine nel panorama culturale di Reggio Calabria, lasciando un’eredità indelebile sia come poetessa di spicco del XX secolo, sia come infaticabile animatrice culturale. Il suo percorso letterario, inaugurato nel 1962 con la raccolta “Le mura cadono” e arricchito da opere come “La vita divisa”, testimonia una voce poetica intensa e profonda.
Per oltre quarant’anni, il Circolo culturale Rhegium Julii ha visto in lei un punto di riferimento, grazie alla sua capacità di animare cenacoli e serate culturali, tessendo una fitta rete di contatti con importanti intellettuali dell’epoca. Nonostante il riconoscimento tributatole dalla città, che le ha dedicato una via, gran parte del suo patrimonio letterario rimane custodito in collezioni private, mentre il figlio conserva con cura la documentazione dei suoi preziosi interscambi culturali.

Dalla raccolta “Il tempo rallentato” ecco una poesia ispirata all’Aspromonte.

 

Nicola Giunta (Reggio Calabria, 4 maggio 1895 – 31 maggio 1968) fu uno scrittore e poeta dialettale italiano. Figura poliedrica e attivamente coinvolta nella vita pubblica di Reggio Calabria durante il Novecento, abbandonò gli studi liceali per trasferirsi a Napoli, dove inseguì la sua vocazione artistica come attore lirico. Tornato nella sua città natale e lasciata la carriera di cantante, si dedicò alla scrittura, concentrandosi soprattutto sulla poesia in dialetto.

La sua ricca produzione poetica è stata organizzata e raccolta in diverse opere. Sebbene sia noto principalmente per le sue poesie satiriche indirizzate ai concittadini, Giunta compose anche liriche ispirate alla natura, celebrando paesaggi, montagne e il mare. Tra i temi a lui più cari spicca l’Aspromonte, protagonista di un’intera raccolta intitolata “I canti d’Aspromonte” dalla quale traiamo tre poesie.