Sono Massimiliano Pedi, un appassionato fotografo nato nel 1990 a Reggio Calabria, città in cui attualmente risiedo e svolgo la mia professione. Nel vasto panorama della fotografia calabrese, mi distinguo per la mia fervente passione verso la fotografia paesaggistica, con una particolare predilezione per la tecnica della lunga esposizione. Il mio obiettivo è catturare la bellezza intrinseca dei luoghi che mi circondano, con un focus speciale sulle notturne.
Le mie opere hanno ottenuto il riconoscimento attraverso prestigiose pubblicazioni su riviste di fama internazionale come National Geographic Italia. Inoltre, ho avuto l’onore di esporre le mie fotografie in mostre a livello nazionale, condividendo la mia visione artistica con un vasto pubblico.
La mia passione per la fotografia paesaggistica notturna ha guidato il mio percorso fin dal marzo 2017, quando ho lanciato il mio progetto intitolato “CIELI DEL SUD”. Questa iniziativa mi ha spinto ad esplorare gli angoli più affascinanti della Calabria, in particolare l’Aspromonte e la zona meridionale della provincia di Reggio Calabria, comunemente nota come Calabria Greca. In questi luoghi, lontani dall’inquinamento luminoso delle città, ho avuto il privilegio di ammirare e immortalare un cielo stellato attraversato dalla maestosa Via Lattea, la nostra galassia.
Sono anche autore dell’ebook intitolato “Fotografare le Stelle e la Via Lattea,” tradotto in inglese con il titolo “How to Photograph The Stars and the Milky Way”. Questo libro ha ricevuto apprezzamenti da migliaia di appassionati di fotografia in tutto il mondo ed è una raccolta completa delle mie tecniche riguardanti la fotografia paesaggistica notturna, partendo dalle basi, passando per la configurazione dell’attrezzatura fino alla post-produzione.

Un’escursione di qualche ora, lungo il sentiero che collega Bova a Roghudi, ci rivela una montagna generosa.
Una sequenza di toponimi che è già musica: Mandudduru, Lestizi, Spartusa, Chieromandri, Tribona, Mensa, Buscopianò, Paracalami. Una collana di coltivi ormai abbandonati lungo quella che era, sino alla metà del secolo scorso, la via principale tra Bova e Roghudi. Sino a pochi anni fa ancora percorsa da Antonino Trapani detto lu Stiratu, col suo asino. Le importanti opere di sostegno, i gradini, i posaturi ne sono conferma per cui meriterebbe ben più attenzione da parte del Parco. Un cancello sembra un’opera di arte moderna. Abbiamo mangiato a sazietà cachi di una varietà piccola ma dolcissima, raccolto castagne, mele, pere e alla fine uva da una vite che si era arrampicata su di un albero tanto da piegarne i rami. Una natura curata amorevolmente che restituiva con generosità, dando da vivere a diverse generazioni di bovisciani e rigudisi. Una tagliola per lupi ci ricorda però che spesso era una lotta cruenta.
In un tratto di fitta e ombrosa lecceta, tra pioppi monumentali, una sorgente in abbandono. Il nome non è riportato nelle carte ma i Trapani che ancora abitano a Mandudduru mi dicono si chiama “sterusa”. In greco calabro vuol dire “luogo di felci”, ed è proprio così.
La commozione nell’incontro col pastore Salvatore Trapani detto Cignaluci, dai cui lineamenti riconosco la parentela con maru Leo Pangallo Palittuci, ultimo abitante di Roghudi scomparso in un incidente nel 2013, suggella una intensa giornata.

Per approfondimenti sui toponimi consultate la mappa
https://www.laltroaspromonte.it/cartografia/mappe/#toponimi-dellarea-grecanica
Su Roghudi https://www.laltroaspromonte.it/storie/ultimi-bagliori/
https://www.laltroaspromonte.it/3d-flip-book/le-fiumare-dellaspromonte/
e il video 1992 Aspromonte Trekking Fiumare CAI Pinerolo in https://www.laltroaspromonte.it/video/
Sui lupi in Aspromonte https://www.laltroaspromonte.it/storie/la-pecora-e-il-lupo/