Peripoli: storia di una piccola cappella

a cura della redazione de “L’Altro Aspromonte”

San Lorenzo, comune dell’area ionica dell’Aspromonte, posto in posizione dominante tra la vallata del Tuccio e quella dell’Amendolea. Salendo dal paese verso nord, tra caselli forestali, uliveti e castagneti, si può giungere a Peripoli, poggio a 1300 m di quota che probabilmente era un fortilizio reggino. Nel pianoro sommitale sorge isolata una piccola struttura in cemento armato.
La semplice croce in ferro battuto in cima alla facciata principale della casetta, edificata 60 anni fa per iniziativa dell’Amministrazione Comunale del tempo capeggiata dal sindaco Giuseppe Zuccalà e con il contributo popolare dei sanlorenzesi emigrati all’estero, sta ad indicare che è una cappella.
Figura stimata e apprezzata quella di Zuccalà, medico che rinunciò a una promettente carriera in Roma per tornare a San Lorenzo dove servì con generosità e professionalità le genti della vallata, soprattutto i meno abbienti. Fu in riconoscenza di ciò che la popolazione intera con una colletta raccolse la somma necessaria per regalargli un’auto con la quale consentirgli di prestare la sua assistenza. E alla prima auto, velocemente usurata dalle stradacce del Tuccio, ne seguirono altre due.
La cappella, di carattere privato, dedicata alla Madonna della Neve, venne inaugurata con un evento straordinario: una lunga marcia, una sorta di corteo al quale parteciparono personaggi politici di spicco e tanti fedeli e popolani di San Lorenzo che partirono dalla piazza principale del paese per raggiungere Peripoli attraversando località come la Croce, Murgi, Santa Maria, Zuparia, S. Antonio.
Davanti alla folla avanzava un’automobile (la Lancia Flavia, ultima delle tre regalategli dal popolo) che portava sul tetto una statua lignea, realizzata da un artigiano trentino, rappresentante la Madonna col Bambino in braccio (opera ispirata alla scultura marmorea che si può ammirare nella chiesa arcipretale di San Lorenzo). La destinazione di quel giorno del 5 agosto 1964, dopo la messa inaugurale, era proprio la piccola cappella di Peripoli dove la sacra effigie avrebbe dimorato.
La struttura è semplice, anche all’interno: poche sedie distribuite in pochi metri quadri di superficie davanti ad una sorta di scaffale di cemento che fa da altare maggiore sul quale venne poggiata la bellissima statua di Maria col suo Bambino. Nell’incavo sottostante vi rimase, da quel giorno, come atto di devozione, anche la Lancia Flavia che la trasportò.
Una targa in marmo sancì l’evento con la scritta: Amore ardente di figli in terra straniera dal bisogno spinti divozione profonda di popolo su questa ancor deserta vetta alla Madonna della Neve sul primo automezzo quassù trionfalmente pervenuta benedicendo esaudendo speranze aneliti secolari questo tempio innalzarono custode di radicati sentimenti religiosi primordio di novella storia.
In passato la cappella ospitò, spesso su richiesta popolare e per la ricorrenza, diverse celebrazioni eucaristiche corredate da raduni e clima festivo.
Attualmente tutta la zona appare trascurata e il piazzale dove sorge la struttura non è l’eccezione. Le fiamme del disastroso incendio che nell’estate del 2013 colpì quelle zone dell’Aspromonte raggiunsero pure la cappella facendo crollare il tetto e quanto vi era all’interno, annerendo anche la statua che venne portata nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo (dove si trova tutt’ora) e sottoposta successivamente ad un leggero restauro, ma senza recupero dell’originale bellezza. Qualche tempo dopo anche il tetto della cappella in qualche modo venne ripristinato.
Purtroppo, un altro terribile incendio che nel 2021 interessò molte località del Parco Nazionale d’Aspromonte completò l’opera del fuoco degli anni precedenti distruggendo completamente la pineta che circondava il piazzale e gran parte della vegetazione dei terreni circostanti.
Il paesaggio odierno non è bello da vedere e lassù, in contrada Peripoli, rimane in solitudine la cappella della Madonna della Neve, come fosse una edicola votiva ma senza l’oggetto dell’ex-voto, con la sua croce e la porta di ferro chiusa, abitata ormai soltanto dalla carcassa bruciacchiata di una vecchia auto a testimonianza di una breve misconosciuta storia.

Le foto d’epoca sono dell’archivio “L’Altro Aspromonte” al quale contribuiscono autorevoli studiosi locali e dal libro di Fortunato Mangiola, Storia di Giuseppe Zuccalà, 2024
La foto della statua della Madonna custodita nella chiesa di San Lorenzo è di Enzo Galluccio

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