Le capre sgozzate a Polsi

<<Nella piazza ballano, suonano, cantano notte e giorno, notte e giorno tuonano i boschi, alla fine sono diecimila, quindicimila persone che non fanno altro in quella valle stretta; l’eco ha un gran daffare a ripetere tutto quello strepito inestricabile, e fa un lungo fragore confuso. I sopraggiunti vedono e sentono la festa dalle terrazze sui monti, la valle che brucia come un vulcano e vi si buttano dentro col loro rumore.>> Così Corrado Alvaro descrive la festa di Polsi.
Polsi è luogo simbolo dell’Aspromonte. incastonato nell’ombelico di questa montagna, ai piedi del Montalto e alle origini della fiumara Bonamico.  Al santuario della Madonna della Montagna giungono, da secoli, migliaia di devoti. Il pranzo a base di carne di capra è uno dei riti del pellegrinaggio a Polsi; prosegue anche per l’intero pomeriggio in un susseguirsi di pietanze come per sconfiggere una fame atavica. Sino a pochi decenni fa le capre venivano uccise e macellate sul posto, lungo il torrente che diveniva rosso per il sangue.
Una pratica che veniva giustificata per l’assenza di energia elettrica e quindi non poter conservare le carni macellate. Nel 2005 la luce arriva a Polsi e termina tutto ciò. Ma è bene documentare e ringrazio Roberto Lombi per queste sue immagini dei primi anni ’80

ATTENZIONE, LE IMMAGINI CHE SEGUONO POTREBBERO URTARE LA VOSTRA SENSIBILITÀ.

 

 

 

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